Rapporto tra Stato e Chiesa tra il IV e il X secolo.

La cartina geografica mostra i territori dai più ai meno cristianizzati,
 e comunità cristiane esistenti già prima del II secolo.
 L'ascesa del Cristianesimo, divenuta religione di Stato, comportò un grande cambiamento della politica religiosa imperiale. La religione cristiana era fondata sull'adozione di una fede che escludeva ogni altra e su cui la Chiesa esercitava la sua autorità. Il culto cristiano, divenne intollerante e i ruoli si capovolsero infatti i perseguitati divennero persecutori. Di conseguenza, molti templi pagani, tra cui anche capolavori dell’architettura classica vennero distrutti, e figure pagane come Ipazia, furono trucidate da fanatici in nome della religione cristiana. Una delle conseguenze della cristianizzazione dello Stato, fu l'ascesa del monachesimo che consisteva nella rinuncia agli agi e nel dedicarsi a intensa preghiera e meditazione, divenne così, una delle istituzioni più influenti del mondo cristiano. La Chiesa aveva una dimensione locale e universalistica, e pertanto costituiva una componente fondamentale dell'Impero. Essa, verso la fine del V secolo rivendicò l'autonomia dell'autorità religiosa dal potere temporale e con Papa Gelasio I che teorizzò la dottrina delle due spade, il potere spirituale venne affidato alla Chiesa, mentre quello temporale all'Impero.

Bibliografia:

https://storiaecronologia.altervista.org/chiesa-e-stato-nel-v-secolo/

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